Carbossiterapia controindicazioni

“ quando è sconsigliato farla e effetti collaterali ”

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Controindicazioni ed effetti collaterali


Innanzitutto è importante segnalare che la carbossiterapia è un trattamento sconsigliato in soggetti con problemi di salute, quali: gravi insufficienze respiratorie, cardiache, renali ed epatiche, cardiopatie, disturbi della coagulazione, diabete, anemie gravi.
E' inoltre controindicato durante la gravidanza, dato che le micro-iniezioni di anidride carbonica fanno aumentare il flusso sanguigno, alterando quindi la circolazione e risultando pericolosa.
Prima di decidere definitivamente se procedere al trattamento, è consigliabile effettuare una visita medica e chiedere consiglio ad uno specialista di fiducia.
controllo medico In assenza delle patologie sopra elencate, e se il paziente è in buona salute, il trattamento risulta generalmente innocuo ed estremamente sicuro, poiché l’anidride carbonica per uso medicale è molto affine a quella che il nostro organismo produce normalmente con la respirazione, sia a riposo che durante l’esercizio fisico; è inodore ed incolore, e viene riassorbita entro mezzora dal trattamento per via ematica ed eliminata per via respiratoria.
Non esistono particolari effetti collaterali: l’anidride carbonica è atossica e non provoca embolie né reazioni allergiche; è però importante che che vengano utilizzati aghi monouso e sterili e che l'anidride carbonica medicale venga veicolata solo tramite macchinari riconosciuti dal Ministero della Salute.
Così come i risultati variano da persona a persona, anche la risposta del corpo può variare da soggetto a soggetto: soggetti più sensibili potrebbero avvertire alcuni disagi, seppur minimi; per esempio, il paziente potrebbe avvertire un leggero dolore nel momento dell'inoculazione, e potrebbe sentire una sensazione di calore o formicolio nella zona in cui viene effettuata l’iniezione, disturbo che passa nell'arco di brevissimo tempo.
A seguito del trattamento, arrossamento e gonfiore sono comuni su braccia e gambe, e non si esclude la possibilità della comparsa di piccoli ematomi dovuti alla rottura accidentale di un vaso, che comunque scompaiono in 4 o 5 giorni.